




A volte per comunicare non servono neppure i volti. Sono corpo: la mente serve solo per comprendere la parola scritta su quelle pagine del libro. C’è della sensualità in una mano che tiene fermamente aperto il libro o in una coscia adagiata morbidamente sulla superficie del materasso. C’è erotismo in un seno che fa capolino da una canotta troppo stretta, una canotta che mi ricorda la mia giovinezza. In un piede che sfiora e cerca, quasi stesse accettando le attenzioni di un amante silenzioso. La quotidianità è il parco giochi dei miei sensi.